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Giovanili e covid, Da Campo (Bassano): “un ragazzo troppo fermo non è più recuperabile”. E sul vincolo sportivo: “una paranoia”

Se da una parte la Federazione italiana pallacanestro è insorta sulla riforma dello sport che farà scomparire dal 1 luglio 2022 il vincolo del cartellino sul giocatore delle giovanili previsto dalla legislazione sportiva italiana, attraverso una posizione ufficiale nella quale la Fip afferma che “le conseguenze saranno inimmaginabili. Quale società investirà più sulla formazione dei giovani?“, dall’altra c’è chi come l’Orange1 Bassano da anni ha già deciso di non applicarlo lasciando libertà ai suoi giocatori, in quello che è uno dei settori giovanili più rinomati in Italia ed Europa.

“E’ una paranoia – commenta sulla questione il presidente bassanese Carlo Da Campose fornisci un ottimo servizio perché un giovane vorrebbe andare via? Il problema è sempre legato agli investimenti, pur non ponendo vincoli bisogna però regolamentare sennò le piccole società vanno tutte in fallimento. Il parametro viene pagato dopo i 21 anni, poi ci si può spostare liberamente come disposto dalla Fip. Ma non è possibile che un ragazzo di 13-14 anni non possa spostarsi dove conviene più a lui, ne abbiamo dovuti pagare anche noi”.

Poi sulle giovanili e minors ancora bloccate dal covid Da Campo spiega: “Abbiamo 27 ragazzi fermi in foresteria che vengono da tutte le parti del mondo, è un disastro, il virus c’è ed è grave ma come in B e A2 i tamponi stanno funzionando, se sei positivo stai fuori e poi rientri. Anche negli altri paesi come Spagna e Germania non giocano e fanno addirittura fatica ad allenarsi, mentre nell’Est Europa giocano tutti”.

“Un ragazzo che sta fuori due anni – conclude il presidente Orange1 – non è più recuperabile per arrivare a certi livelli, nazionali e internazionali”.