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Salta il Cbt, i giovani del Bassano vanno in tour negli Usa

Se il College Basketball Tour è saltato per il secondo anno di fila a Vicenza, con gli organizzatori che si preparano già all’edizione della prossima estate, l’Orange1 Bassano, che negli ultimi anni con i suoi giovani è sceso in campo contro le Università americane arrivate a Vicenza, fino all’ultima edizione nella sfida tra “arancioni” con Syracuse, farà il viaggio opposto al di là dell’oceano.

Ci saranno due tournée negli Stati Uniti per giocare contro le high-school e pre-school, un’opportunità per mettere in mostra i ragazzi del Bassano ai College interessati. La prima tournee sarà in autunno 2021 nella West Coast, mentre l’altra sarà nella primavera 2022 sulla East Cost.

Inoltre assieme ad altri club europei è stato creato un circuito di tornei che durante l’anno possa permettere anche ai ragazzi più piccoli di competere. Un circuito aperto per partite di alto livello europeo, con la società bassanese che sta provando ad organizzare qualcosa di simile anche con l’appoggio dell’Euroleague.

“Durante l’estate tante cose interessanti stanno accadendo – spiega Giacomo Rossi, General Manager dell’Orange1 – sta per partire il nostro camp, avremo amichevoli di lusso contro Nazionali giovanili che sono in preparazione agli Europei giovanili, abbiamo giocatori e allenatori professionisti che vengono a Bassano per lavorare una o due settimane, in un contesto direi super multiculturale”.

“Visto il tipo di stagione – aggiunge – facciamo tutti un po’ fatica a tirare una riga e passare alla stagione nuova, è come se fossimo già nella stagione nuova da molti mesi, soprattutto qua dove d’estate l’attività prosegue ancora più intensamente rispetto agli altri mesi. Ad ogni modo se dovessimo tirare un bilancio direi che è più che positivo, perché i ragazzi che abbiamo sono tutti migliorati negli aspetti su cui ci eravamo focalizzati: tecnica individuale e fisico. La nostra scelta di lavorare prioritariamente su queste due area era stata decisa ancora prima di sapere che il covid avrebbe di fatto annullato la stagione agonistica.

“Per fortuna quindi – conclude – i piani di lavoro non sono stati modificati molto. Certo, le gare e la competizione ci sono mancate, soprattutto ai ragazzi e agli allenatori, ma rispetto a tanti altri siamo stati fortunati perché, pur tra mille difficoltà, siamo riusciti a lavorare per la maggior parte dei mesi invernali”.