Catarina Pollini è stata celebrata in una copertina speciale dalla Fip, come abbiamo riportato il primo gennaio del 2021 per i 100 anni della pallacanestro italiana. In una interessante intervista di Marta Benedetti su Il Giornale di Vicenza del 19 febbraio, la ex campionessa di Vicenza è intervenuta anche sul caso Rebellato-Vella accaduto ad inizio anno, nominando solo la giocatrice e non l’ex coach dell’As Vicenza che si è trincerato dietro il silenzio salvo sfogarsi su Facebook, accusando poi pubblicamente in modo improprio la nostra testata di fake news.
“Ho seguito la vicenda tra la giocatrice, Vella, e l’allenatore che ora non è più in panchina – esordisce Pollini – probabilmente i tecnici di una volta usavano parole perfino più pesanti. Ora c’è un’educazione un po’ diversa, resta il fatto che non dovrebbero succedere queste cose. Una volta ti mandavano a quel paese, ti entrava dall’orecchio e ti usciva. Oggi certe parole ti segnano. Bisogna stare più attenti. Per esempio noi, all’Ensino, abbiamo un tecnico molto veemente ma non insulta nessuno. Il controllo è fondamentale”.
Poi il mito del basket femminile parla anche del suo futuro, dopo ventun’anni passati in Spagna, per un ruolo con la Federbasket italiana:
“Chissà, qualcosa bolle in pentola“.
Catarina Pollini è stata celebrata in una copertina speciale dalla Fip, come abbiamo riportato il primo gennaio del 2021 per i 100 anni della pallacanestro italiana. In una interessante intervista di Marta Benedetti su Il Giornale di Vicenza del 19 febbraio, la ex campionessa di Vicenza è intervenuta anche sul caso Rebellato-Vella accaduto ad inizio anno, nominando solo la giocatrice e non l’ex coach dell’As Vicenza che si è trincerato dietro il silenzio salvo sfogarsi su Facebook, accusando poi pubblicamente in modo improprio la nostra testata di fake news.
“Ho seguito la vicenda tra la giocatrice, Vella, e l’allenatore che ora non è più in panchina – esordisce Pollini – probabilmente i tecnici di una volta usavano parole perfino più pesanti. Ora c’è un’educazione un po’ diversa, resta il fatto che non dovrebbero succedere queste cose. Una volta ti mandavano a quel paese, ti entrava dall’orecchio e ti usciva. Oggi certe parole ti segnano. Bisogna stare più attenti. Per esempio noi, all’Ensino, abbiamo un tecnico molto veemente ma non insulta nessuno. Il controllo è fondamentale”.
Poi il mito del basket femminile parla anche del suo futuro, dopo ventun’anni passati in Spagna, per un ruolo con la Federbasket italiana:
“Chissà, qualcosa bolle in pentola“.
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